Questionari un po' prostatici...

Nell'ambito di un netaudit sulla prostata, la letteratura più referenziata mi sta spingendo ad usare di più un Questionario per pesare i sintomi (l'IPPS)

Ieri ad un mio paziente ragioniere ho consegnato il corrispondente questionario cartaceo e gli ho detto di compilarlo in sala d'aspetto.
Si tratta di un ragioniere di 60 anni, arguto e collaborativo. Ebbene, dopo 20 minuti torna nella mia stanza e mi dice che:

a) ha avuto difficolta a leggere il foglio, per i caratteri piccoli (il pre-stampato non tiene conto che i prostatici in genere sono anche presbiti..)

b) ha lasciato vuoti i campi di risposta a 2 domande su 7, per difficolta a comprenderne la loro formulazione. In altre parole, una fuoriuscita di risposte un po' prostatica...

Insomma, più cresce il volume delle "evidenze" scientifiche prodotte in luoghi lontani dai nostri ambulatori, più cresce la loro opacità e incomprensibilità e "in-fruibilità" da parte dei destinatari

Per evitare un tale iato serve una produzione di conoscenze, che sin dall'inizio- prima e non dopo- coinvolga i suoi fruitori: medici di famiglia e pazienti, in primis

ciao, franco del zotti