Il grigio del distanziamento imperante in MG e in medicina
Per due volte in poche settimane ho insegnato o a studenti del VI anno di medicina o a Corsisti del corso di Medicina Generale
Ebbene in entrambe le volte ho notato che gli studenti si sono disposti verso il muro finale della stanza, a distanza importante da me, relatore.
Ho fornito loro un' immagine: "immaginate che io sia il paziente e voi i medici, il medico di quel paziente. Cosa direbbe il paziente di un medico che lo invita ad un tavolo della stessa struttura del tavolo di Putin, lunghissimo ove l'interlocutore e' posto all'altro capo di quel chilometrico tavolo?"
La piccola scrivania, l'abitudine di molti MMG europei di porre il paziente non di fronte ma sul lato corto , affianco del MMG , ci fanno immaginare una relazione "colorata" e calda.
Invece, l'attuale prevalere del distanziamento, non solo in aula ma facilitato dalle varie vie elettroniche, non è una buona premessa per chi dovrà essere medico della relazione, ancor prima che medico del dato, dell'informazione. E la buona relazione è la base di informazioni e "segreti" essenziali per personalizzare il rapporto e per fornire elementi essenziali per la diagnosi e management del paziente.
A ciò aggiungiamoci il fatto che quel distanziamento degli studenti consente loro un rapporto intimo con il cellulare più che con la lezione, il docente e domani il paziente.
Quel distanziamento fisico fa quindi il paio con il distanziamento elettronico sempre più in voga tra pazienti e MMG: il WhatsApp, la email, l'sms, la telefonata sempre più frequentemente sostituiscono la visita ambulatoriale o domiciliare.
Aggiungiamoci un III distanziamento. Si moltiplicano racconti di pazienti che si recano una o più volte al pronto soccorso, ove, magari per un dolore al torace, eseguono rx, tac, esami vari. Il dolore continua e allora il paziente si rivolge al suo MMG o ad uno specialista che gli chiedono: "ma al pronto soccorso ti hanno alzato la camicia?" . "NO" rispondono i pazienti. Ebbene, sollevando la camicia il medico si accorge di un chiaro ed esteso Herpes Zoster o lesioni da processionaria o da scabbia, ecc, ecc. In questo caso ha avuto luogo il distanziamento tecnologico: la tecnologia al posto dell'esame obiettivo, del contatto tra medico e paziente.
Attenti: con questo grigiore comunicativo-elettronico, la professione non si modernizza, ma muore. Le comunicazioni a distanza possono essere solo il complemento di quegli incontri ambulatoriali-domiciliari colorati, essenziali oggi, ma anche nel 2124.
ciao, Francesco Del Zotti
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